| Cortei, sfilate, messe di suffragio e appelli autorevoli, come quelli di Papa Benedetto XVI e il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, hanno ricordato ieri le vittime della strada. Domenica 16 novembre è stata infatti la giornata mondiale, istituita dall'Onu, dedicata a chi ha perso la vita per colpa degli incidenti stradali. Nel nostro Paese l'Associazione italiana familiari vittime della strada (Aifvs) ha organizzato diverse manifestazioni e incontri, mentre dall'alto della sua finistra, in Piazza San Pietro a Roma, il Papa ha dedicato l'Angelus alla sicurezza stradale.
"Imploro ognuno, guidatori passeggeri e pedoni, a prendere attentamente sul serio le parole di San Paolo: 'state sobri e allerta'", ha detto il Pontefice, che ha deciso di mettersi dalla parte degli automobilisti includendo Se stesso nelle raccomandazioni: "Il nostro comportamento sulle strade deve essere caratterizzato da responsabilità, considerazione e rispetto per gli altri", ha aggiunto, forse ricordando quel "Joseph Ratzinger" che fino all’elezione al Soglio di Pietro ha sempre guidato personalmente la propria auto, sia da arcivescovo di Monaco che da prefetto dell’ex Sant’Uffizio. La sua ultima vettura, immatricolata il 30 marzo del '99, è stata una Volkswagen Golf 5 porte grigia metallizzata, con cui ha percorso 75mila chilometri e che nel 2005 è stata venduta per beneficenza su e-Bay. Oltre a soffermarsi sull'importanza di una guida prudente e sicura, Benedetto XVI ha ricordato "quanti sono morti in seguito a un incidente stradale" e ha pregato "per il loro riposo eterno e la consolazione delle famiglie che soffrono per la perdita". Una preghiera a cui il teologo morale padre Antonio Rungi ha aggiunto un breve decalogo per l’automobilista: "Non usare cellulare, dvd, tom-tom, tv e altri strumenti che ti deconcentrano", ha detto, ribadendo come "alle regole civili vada aggiunto un pensiero rivolto a Dio, affinché ogni viaggio sia un breve o lungo pellegrinaggio, anche quando si va a fare la spesa".
Il dramma degli incidenti al volante è stato oggetto di riflessione anche per Giorgio Napolitano, il Presidente della Repubblica Italiana, che ha sottolineato l'importanza di diffondere una cultura di prevenzione che "coinvolga soprattutto i giovani". Oltre alle sanzioni, che sono state inasprite, occorre istruire i ragazzi sull'educazione stradale e garantire interventi di manutenzione delle infrastrutture. Su questo stesso tema è intervenuto il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, che, insieme ad un messaggio di sostegno all'Associazione italiana familiari vittime della strada, ha ricordato che è stato appositamente allestito un tavolo di confronto con il compito di preparare una revisione complessiva del Codice della Strada (ormai vecchio di 15 anni) e che sono stati previsti nelle scuole corsi di educazione stradale in collaborazione con il Ministro Mariastella Gelmini.
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